Storia Hospice

Associazione Fulvio Minetti ODV

Storia Hospice

Il comune di Alessandria donò il terreno ed il Conte Giuseppe Guazzone di Passalacqua fece costruire «l’asilo notturno e pubblico scaldatoio» fornendo ad esso anche un cospicuo patrimonio. L’edificio fu eretto dall’allora molto in voga ingegnere Venanzio Guerci in due tempi diversi: nel 1927 (asilo notturno) e 1929 (scaldatoio diurno). La donazione venne fatta inizialmente alla Congregazione provinciale di Carità e poi passò all’ECA (Ente comunale di assistenza) di Alessandria che si occupava degli indigenti. La capienza era di 20 letti aumentata poi a 40, dopo la costruzione un terzo padiglione dormitorio avvenuta nel 1934.
Alla fine degli anni ‘70 chiuse il dormitorio e rimase attivo solo il servizio di distribuzione del cibo.
Asilo Notturno «Conte Guazzone di Passalacqua» (1927)
Scaldatoio diurno «Contessa Clotilde Guazzone di Passalacqua» (1929)
«L’asilo notturno ha per iscopo di provvedere gratuito e temporaneo ricovero notturno fino a 3 notti consecutive a tutte le persone di ambo i sessi, compresi anche i bambini d’ogni condizione, età, nazionalità e religione di passaggio in questa Città, in cerca di lavoro e che siano sprovvisti di mezzi. Sono escluse le persone in istato di ubriachezza, malate od affette da malattie contagiose o mentali, di notoria cattiva condotta o sprovviste di Carta d’identità o che si rifiutino di dare le indicazioni comprovanti l’identità personale»
«Da novembre a marzo, dalle 9.00 alle 18.00, funziona pure lo scaldatoio pubblico diurno «Contessa Clotilde Guazzone di Passalacqua nata Poggio»
Il Conte Guazzone di Passalacqua (1854-1935)
Giuseppe Guazzone nasce il 17 Maggio 1854 a Pagella una frazione tra Lobbi e San Giuliano Nuovo in una modesta famiglia di agricoltori.
Dopo aver assolto il servizio di leva presso la cittadella di Alessandria, influenzato dai racconti sulle opportunità di far fortuna narrate nelle lettere ricevute inviate ai compaesani da loro parenti nelle Americhe, decide di imbarcarsi e partire per l’Argentina «con sole 11 lire in tasca». A 21 anni, attraversò l’oceano su un piroscafo sovraffollato e con condizioni igieniche precarie; il viaggio durò un mese.
Arrivato e Buenos Aires trova lavoro come garzone in un mulino, mette da parte qualche soldo per poi trasferirsi ad Azul, una cittadina nella Pampa. La pampa era allora una enorme distesa incolta e selvatica dove nessuno aveva mai coltivato cereali.
Giuseppe Guazzone grazie alle sue origini contadine intuisce le potenzialità del terreno e semina il grano; nel primo anno fronteggia molte problematiche atmosferiche e attacchi di Indios ma riesce a produrre una grande quantità di grano. Si trasferisce in un paese vicino e con dei prestiti bancari, affitta un grande appezzamento di terreno e lo coltiva con l’ausilio di macchine moderne.
Il raccolto è così abbondante che gli manca la manodopera; torna in Italia e porta con sé in Argentina molti agricoltori locali. Fonda due tenute ed integra italiani ed indigeni della coltivazione. Per i suoi dipendenti costruisce ospedali e scuole, costruisce strade e crea collegamenti fluviali per il commercio. Riesce a diventare il maggior commerciante all’ingrosso di grani dell’Argentina e accumula enormi ricchezze.
Nel 1890 raccoglie una quantità di grano smisurata e ciò gli comporterà l’appellativo di «El rey del trigo» (il re del grano) datogli dal Ministro degli interni argentino. Questa enorme fama gli permetterà di ricoprire importanti incarichi nelle banche argentine. Durante a prima guerra mondiale donerà numerosi carichi di cereali ed il Re Vittorio Emanuele III, nel 1926, gli assegnerà prima il titolo di cavaliere del lavoro e poi quello di Conte di Passalacqua. La nostalgia di casa lo porterà ad acquistare Villa Ghilina a San Giuliano Nuovo e farà di essa la sua dimora estiva. Fu un grande benefattore, infatti oltre all’asilo notturno di Alessandria fece anche altre opere: la casa di riposo di Lobbi, l’asilo notturno.
Il conte morì il 30/8/1935 ed è seppellito nella sua cappella di famiglia al cimitero di Lobbi.
Congregazione di Carità di Alessandria
Ente benefico nato nel 1584 dopo la fusione dei due ospedali della città (sant’Antonio e san Biagio). Subì numerosi riordinamenti nel 1815 e nel 1914 in base alle leggi che regolamentavano le opere pie. Stabilì la sua sede definitiva presso l’asilo notturno Passalacqua dopo la sua apertura, dedicando buona parte del suo operato alla lotta contro l’accattonaggio.
«Distribuiva giornalmente agli ex accattoni regolarmente registrati 2 pagnotte di pane bianco per un peso complessivo di 300g; elargiva ai medesimi sussidi mensili per la minestra, e PAGA LA LORO PIGIONE D’AFFITTO AL PROPRIETARIO DI CASA […] DISTRIBUIVA GIORNALMENTE IL LATTE ASSEGNATO AI SINGOLI BENEFICIARI IN RAGIONE VARIANTE DA MEZZO LITRO A DUE LITRI»
Eca (ente comunale di assistenza di Alessandria)
L’asilo notturno e scaldatoio diurno con annessa mensa passano sotto l’Eca del comune di Alessandria nel 1937 dopo una legge (Legge del 3.6.1937) che sanciva la fascistizzazione di tutte le strutture assistenziali, togliendoli quindi alla cogestione (vescovo-sindaco) delle congregazioni di carità e dandola definitivamente al prefetto. Alla fine degli anni '70 (dopo decreto presidente repubblica 24.7.77) si sciolsero gli Eca (in lombardia diventano Ipab amministrazione istituzioni pubblica assistenza e beneficenza)
L’alluvione del 1994: cosa si fa della struttura??
L’alluvione del 1994 allaga e danneggia l’edificio, anche la mensa per i non abbienti, chiude definitivamente i battenti.
Cosa fare della struttura??
Vengono fatte alcune proposte tra cui ne prevalsero due:
- Un centro diurno per malati di Alzheimer sostenuto dal primario di Geriatria ASO
- Un luogo di accoglienza per disabili
A vincere fu la seconda. Vennero stanziati molti soldi per il recupero della struttura per destinarla ai disabili, iniziarono i lavori, in parte vennero ultimati e vennero anche arredati alcuni locali ma i soldi non bastarono e tutto venne abbandonato.
Legge 39 del 26.02.1999
Nel 1999 Rosy Bindi, all’epoca ministro della Sanità, a fronte di quando accadeva in Inghilterra, decide aprire degli Hospice anche in Italia. A questo fine promuove la Legge 39 del 26.02.1999. Questa legge prevedeva, oltre al diritto del cittadino di accedere alle cure palliative, di avviare un programma nazionale per la creazione di strutture residenziali di cure palliative (Hospice) in tutte le regioni italiane.
La Legge prevedeva lo stanziamento di finanziamenti finalizzati alla messa in opera in ciascuna regione di strutture residenziali per l’assistenza ai pazienti non guaribili, stabilendo che fossero proprio le regioni a presentare i progetti. La legge prevedeva inoltre di finanziare solamente la realizzazione degli Hospice in strutture preesistenti da convertire.
Nel 2004, 2005 grazie all’interessamento e al lavoro sinergico dell’Associazione Fulvio Minetti e di molte di persone che avevano a cuore la creazione di un hospice in città, si è riusciti ad ottenere:

- Un finanziamento di 2 miliardi delle vecchie lire dalla Regione Piemonte
- L’uso gratuito dell’ex asilo notturno Passalacqua dal comune di Alessandria
- La disponibilità da parte dell’ASL di accollarsi l’impegno della ristrutturazione - La disponibilità da parte dell’ASO di provvedere alla successiva gestione
La ristrutturazione durò circa due anni e tenne conto delle caratteristiche strutturali specifiche definite nella legge che prevedeva che gli hospice rappresentassero una sorta di ‘casa/ospedale’, il termine deriva, infatti, dall’unione delle parole ‘home’ e ‘hospital’.
Durante la ristrutturazione, l’ASO passò all’ASL il compito della gestione in quanto, le era stata assegnata anche la gestione del Borsalino e non riusciva a far fronte ad entrambe.
Questo causò dei ritardi in quanto il personale individuato in aso e formato dalla Fulvio Minetti dovette licenziarsi dall’ASO per poi essere assunto subito dopo dall’ASL ad eccezione dello psicologo borsista ASO che venne condiviso da entrambe le aziende
Il 29.1.07 entrarono a lavorare 6 oss assunte tramite agenzia di lavoro interinale in attesa di concorso e parte del futuro personale ASO opera a titolo volontario
Inizia ad lavorare anche Gabriella d’amico (medico) nell’ambulatorio di terapia del dolore (attuale sede UOCP)
L’asl provvedette a inviare temporaneamente degli infermiere operanti già presso l’asl vennero in aiuto anche CSPI da tortona precedentemente formato in cure palliative e operativo presso l’associazione Cucchi.
Nel mese di luglio 2007 arrivarono infermieri ed oss che vinsero il concorso ed il personale di Tortona fece ritorno a al luogo di provenienza.
Il personale per coprire tutti i turni faceva turni da 12 ore
L’apertura
Nel 2003 (dal 22/10/2003 al 10/11/2003) nei locali Ex-ECA destinati all’Hospice in collaborazione con l’Associazione Angioletta Firpo e la Lega Tumori venne realizzata una mostra di opere d’arte dal titolo «Art Hospice» di cui abbiamo ancora l’opera vincente il concorso nel salottino del primo piano («Alchimia del volo») e i cui profitti vennero devoluti all’Hospice.
Dal 29.1.07, per una settimana, gli operatori si occuparono del posizionamento e della pulizia degli arredi degli ambienti comuni e delle stanze, dell’allestimento delle infermerie, degli ambulatori e delle sala per la terapia del dolore.
Il 5 febbraio 2007 L’Hospice «Il Gelso» viene finalmente aperto ed il primo paziente entrò il 12.2.2007 (secondo hospice ad aprire in Piemonte dopo Lanzo)
Nel 2008 nacque anche il servizio di cure palliative domiciliari che faceva riferimento all’Hospice stesso.